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MATTIA E IL NONNO VISTO DA MARIO BIANCHI SU EOLO



La morte, insieme al sesso e alla malattia, è uno dei tabù più difficili da sfatare quando si propongono spettacoli da rappresentare per i ragazzi. E ogni volta ci tocca ribadire che non esistono Tabù, e ,che quello che importa è il modo con cui si propongono. Ecco nel caso di “Mattia e il nonno “ proposto da Factory possiamo ben dire che questo tema spinosissimo è stato regalato con poesia e delicatezza per tre ragioni, sia perché tratto da un libro bellissimo di Roberto Piumini, sia per la sapiente e immediata riscrittura che ne ha fatto Tonio De Nitto, sia per l'interpretazione felice e leggera di Ippolito Chiarello. Mattia è un bambino che, trovandosi davanti al nonno che non gli parla più, non capisce perchè tutte le persone che sono intorno a lui invece piangano. Lui pensa ad altro, ad osservare una mosca sul soffitto. Ma ad un tratto il nonno gli rivolge la parola, solo a lui la rivolge e lo invita a fare con lui un bel viaggio. Allora come è già accaduto per Doroty nel mago di Oz, Mattia, con accanto il suo nonno, apre la porta della stanza della sua casa e si trova subito immerso in un viaggio fantastico. Insieme al nonno, che lo invita sempre a non avere paura, attraversano pianure, prati colmi di girasoli, mercati variopinti. Ma non solo: danno nomi nuovi alle cose e agli animali, pescano insieme, fanno i pirati, giocano a morra per salire su un campanile da dove guardano l'immensità del panorama. Ma ad un certo punto Mattia si accorge che il nonno sta diventando sempre più piccolo, sempre più piccolo, così piccolo che Mattia se lo ficca tra i capelli. Come in un vecchio film di fantascienza, il nonno sarà così piccolo da sparire, per far parte anche lui dell'infinito e lascerà in dono al nipote la sua esuvia . Cosa è un 'esuvia ? Chiede Mattia. “E' la scorza di una cavalletta “, risponde il nonno “Quando certi insetti crescono, la loro armatura non cresce con loro, ma se ne forma un’altra all’interno: quella vecchia si rompe ed esce l’insetto più grande, e la pelle vecchia si chiama “esuvia”. Così, alla fine, prima che il padre glielo insegni, Mattia sa che il nonno e tutte le persone che abbiamo amato, non spariranno mai, saranno sempre dentro di noi. “Mattia e il nonno” ci trasporta fedelmente in tutti i mondi che Mattia e il nonno hanno visitato insieme, rendendoceli vivi e pulsanti, ricordandoci nel contempo che la vita vince sempre sulla morte, basta che noi, con il nostro operare, possiamo lasciare la nostra esuvia agli altri.

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