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LA STANZA DI AGNESE

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 Di e Con Sara Bevilacqua

Drammaturgia Osvaldo Capraro

Disegno Luci Paolo Mongelli/Marco Oliani

 

Video Mimmo Greco

Grafica Studio Clessidra

Organizzazione Daniele Guarini

Produzione Meridiani Perduti Teatro

 

Con il supporto di TRAC_Centro di residenza teatrale pugliese

Con il sostegno di Factory Compagnia Transadriatica

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In Sinergia Con Scuola Di Formazione Antonino Caponnetto

Spettacolo Vincitore Eolo Award 2024 alla Miglior Attrice

Spettacolo Vincitore Premio del Pubblico Palio Ermocolle 2024

Menzione Speciale Osservatorio InBox Verde 2025

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dedicato al giudice Paolo Borsellino, nel trentennale della sua tragica scomparsa.

Sono passati oltre trent’anni dalla strage di Via D'Amelio. Una ferita ancora aperta nel cuore dell'Italia. Tante le indagini, i processi i depistaggi e le sentenze per una verità, forse, troppo dura da accettare.

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2010. Agnese Piraino Leto in Borsellino, segnata da una terribile malattia, riceve una telefonata da parte dell'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga: “Via D'Amelio è stata da colpo di stato”. Poche parole che inevitabilmente fanno

riemergere i ricordi di una vita, sin da quando, figlia del presidente del Tribunale di Palermo e immersa negli usi e costumi dell'alta borghesia palermitana, incontra per la prima volta Paolo, giovane pretore a Mazara del Vallo. Da questo momento parte la narrazione della sua crescita accanto al marito e della scoperta di una Palermo diversa, meno luccicante di quella a cui era abituata, ma forse più bella, anche se disgraziata, passando attraverso i primi anni di matrimonio e la nascita dei figli. Fino a narrare i momenti più bui, compresa la morte di amici e colleghi di Paolo; i rapporti con la scorta che diventa parte della famiglia; la difficoltà di accettare la situazione da parte dei figli. Ma anche l'altro lato di Paolo, quello giocoso e sempre pronto allo scherzo, al “babbìo”. Il lavoro nel pool antimafia accanto a Giovanni Falcone fino alla terribile morte di quest'ultimo. Infine il tradimento da parte di chi avrebbe dovuto combattere al suo fianco. Tutto questo è “La Stanza di Agnese”. Più che un monologo, un dialogo incessante tra lei e Paolo, che continua tra le pieghe dei ricordi, con toni di tenerezza quando si tratta dei propri figli e di indignazione nei confronti dei traditori dello Stato.

Lo spettacolo è nato da una lunga e meticolosa ricerca che ha direttamente coinvolto Lucia, Manfredi e Fiammetta Borsellino, i tre figli del magistrato, e Salvatore, suo fratello.

“Tra le innumerevoli e svariate iniziative volte a diffondere la memoria del Giudice Paolo Borsellino e i valori di umanità, onestà’ e giustizia da lui espressi in tutto l’arco della sua vita, violentemente interrotta nella strage di via d’Amelio, “La Stanza di Agnese” è l’unica che ha rivolto una luce particolare alla donna che aveva condiviso con lui i momenti più difficili della sua esistenza, la moglie.

Sara Bevilacqua, Daniele Guarini e la drammaturgia di Osvaldo Capraro, con lo straordinario e appassionato lavoro di ricerca e di interpretazione, hanno sublimato ne “La stanza di Agnese” il senso più autentico della vita dell’uomo e marito Paolo, prima ancora del giudice, attraverso proprio la voce della donna che ne ha

“sposato” ogni scelta, anche quella più rischiosa per la propria incolumità. In quanto figli di quell’uomo e di quella donna, sentiamo di testimoniare senza indugio l’eccezionale professionalità e l’abile ingegno degli autori e della

produzione tecnica nella ricostruzione di un contesto, umano, ambientale e storico, della cui verosimiglianza con la realtà ne sono prova le forti emozioni che l’opera ha

suscitato anche in chi l’ha direttamente vissuta.

Aderendo al progetto già dalla fase di ideazione in cui ci è stato prospettato dagli autori, apprezziamo ogni iniziativa volta a promuoverne la più ampia divulgazione, per l’alto valore sociale, informativo e formativo di cui quest’opera e’ portatrice nei

contenuti e nella rappresentazione artistica.”

Lucia, Manfredi e Fiammetta Borsellino

Lo spettacolo, presentato per la prima volta a Maggio all’Infanzia, è adatto a tutti, forse proprio per la capacità di tenere insieme la commozione di una famiglia con i fatti storici. Risuona come un sasso nel vuoto la solitudine che precede la strage di via D’Amelio, una sconfitta per lo Stato, una sofferenza enorme per chi resta. Il teatro è in questi casi l’arte della memoria che si fa carne, il lavoro scenico di Bevilacqua è un esempio necessario.

Andrea Pocosgnich, Teatroecritica.net

“La stanza di Agnese” è elegia di sguardi nostalgici e aria putrida di sangue e tritolo. È commozione in presa diretta: fatti, paure, gioie, dolori. Pezzi di vita, coniugati in prima persona, rilevati da luci senza orpelli 

Vincenzo Sardelli, klpteatro.it

...Un monologo commovente ma mai vinto che affronta con successo il palcoscenico grazie ad una adeguata drammaturgia, ad una messa in scena fatta di niente se non di luci e di presenze, e ad una recitazione convinta e convincente della brava Sara Bevilacqua.

Dolores Pesce, Dramma.it

© 2022 Associazione Culturale Factory Compagnia Transadriatica

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