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VERSO UTOPIA

laboratorio teatrale del progetto Knos Orchestra senza confini

UTOPIA, LA CITTA’ CHE NON C’E’
movimento finale del laboratorio teatrale del progetto Knos - orchestra senza confini
a cura di Factory compagnia transadriatica

finanziato nel progetto Giovani per la valorizzazione dei beni culturali promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri

 

supervisione artistica di Tonio De Nitto 

e la Collaborazione artistica di
Filippo Bubbico per le musiche di scena
Chiara De Pascalis per il movimento
Lilian Indraccolo per i costumi

con
IDA BARBALINARDO, CHIARA DE PASCALIS, BLESSING FAITH, CLAUDIA GIANNOTTA, EMANUELE ALBERTO GUIDO, SIMONE MACI, MARIA CHIARA PROVENZANO, AMBROSE PULLEN, MOUSSA SANGARE, HASSANE TEARAP HALOU, ENRICO TORTELLI, MORI TRAORÈ, JENNIFER WASHINGTON, MIRABELLA WASHINGTON 
con la partecipazione di FABIO TINELLA  

Si ringraziano Lucia Scalzi, gli operatori degli Sprar.

 

 


Utopia la città che non c’è - e’ il risultato finale di un laboratorio condotto dagli operatori di Factory compagnia transadriatica nell’ambito del progetto knos orchestra senza frontiere. Il lavoro iniziato nel mese di marzo ha visto la partecipazione di giovani under 35 sia italiani che stranieri provenienti dal progetto Sprar "Ambito Territoriale di Campi Salentina", il progetto Sprar Msna “comunità UZURI” e il progetto CAS Lecce gestiti da Arci Comitato Territoriale di Lecce, coadiuvati dalla collaborazione artistica di Chiara De Pascalis, Lilian Indraccolo e Filippo Bubbico.  Il lavoro si è basato su una delle commedie più visionarie  e amare di Aristofane, il geniale commediografo greco che già 2500 anni fa immaginava un mondo di migranti, di evasori, di piccoli tiranni pronti a esportare il loro modello di società sbagliato a scapito delle spinte utopiche del popolo degli uccelli e di chi si lasciava abindolare da tante promesse.   Secoli dopo possiamo ancora dire che la libertà si sa, e’ sempre qualcosa da pagare a caro prezzo. Così, il popolo degli Uccelli, convinto dai due umani scappati dal Paese divorato dalle tasse, a fondare una nuova città, vengono imbrigliati in un sogno che forse non è il loro  e ben presto il nome di Utopia attrae  tra le nuvole strani personaggi, un folto numero di migranti, che vorrebbero trovar li’ dimora. Con questo gruppo di lavoro abbiamo giocato con le lingue, con i corpi e con la creatività o almeno abbiamo provato a farlo: la città degli uccelli ci dona così un incontro umano nutriente, uno sguardo più attento e disilluso verso le utopie e la capacità di sognare tenendo però sempre gli occhi ben aperti.  
 

 

note sul progetto:

 

Il progetto VERSO UTOPIA è stato un progetto quanto mai attuale e necessario.

Per 4 mesi presso le Manifatture Knos è avvenuto un semplice piccolo miracolo basato sull’incontro tra persone innanzitutto, culture diverse unite assieme da un’esperienza teatrale che ha cercato di capovolgere le certezze e i punti di vista dei partecipanti e delle guide.

Pretesto la commedia greca di un commediografo geniale di duemilacinquecento anni fa, Aristofane, che con UCCELLI affonda la sua critica sulla bramosia dell’uomo, sulla sua volontà di sopraffare e ridurre anche i sogni che volano più in alto a semplici schemi

utilitaristico-coloniali. 

 

A rimettere in vita questo testo attraverso le parole, i sentimenti e le situazioni ispirate più o meno ad un’attualità universale, un gruppo di giovani italiani ed extracomunitari provenienti dalle periferie e dagli Sprar operanti sul territorio (Sprar Ambito territoriale di Campi salentina, Sprar mina “comunità Uzuri” e il progetto Cas Lecce gestiti da Arci Comitato Territoriale di Lecce) guidati da Tonio De Nitto e da Fabio Tinella.

Nelle prime fasi si è cercato di lavorare alla costruzione del gruppo attraverso esercizi e giochi che potessero rendere più armonioso il rapporto tra i partecipanti e sviluppare una maggiore coscienza del proprio corpo in relazione a sé e agli altri. Esercizi ritmici, danza, composizione, esercizi d’ascolto tesi ad attraversare in maniera ludica alcuni principi fondamentali del fare teatro anche per i non professionisti. L’incontro con il testo segna un punto di svolta nel percorso. E dell’autore greco si cerca di delineare e inseguire alcuni temi fondamentali, che a distanza di 2500 anni, riescono ancora ad accendere il pensiero sull’oggi, sulla condizione di cittadini apolidi e sull’utopia della città che ognuno di loro desidera, dove non sentirsi straniero, non sentirsi di troppo, dove essere liberi e rispettati.

Ci si pongono diverse domande per capire chi siano questi uccelli, per trovare una caratteristica a ciascuno di loro, un sogno, un desiderio profondo che affondi le radici nella realtà e la testa proiettata tra le nuvole. Il testo e le azioni che ne verranno non potranno prescindere da queste caratteristiche fisiche, nel gioco di ripartizione dei testi corali, ognuno sentirà proprie alcune frasi rispetto ad altre, le filtrerà, le attraverserà, le utilizzare per dare corpo alla propria attitudine.

I due umani che hanno abbandonato il loro Paese in cerca di fortuna, acquistano le sembianze grossolane di due imprenditori italiani che fuggono da una paese assillato da tasse e processi, si lamentano e sfuggono qualcosa che poi saranno ben pronti a ricostruire tale e quale nella nuova città, dinamiche che si reiterano come i peggiori vizi cui la natura umana ci ha abituati. 

Il testo, anche attraverso le improvvisazioni, vene riscritto e diventa una materia nuova, incandescente, dove non si può fare a meno di parlare della condizione dei migranti anche se nel nostro caso sono bianchi e arrivano nell’isola degli uccelli dove la popolazione è principalmente nera, dove vengono liquidati senza mezzi termini con frasi lapidarie e ben impresse nella recente memoria collettiva come “siete venuti a rubarci il lavoro?” E “Vi aiutiamo a casa vostra”, “e’ finita la pacchia!”

Nella sconfitta del sogno utopico, c’è la sconfitta del tempo presente, di esseri incapaci di essere umani sino in fondo, votati al dio denaro o ad interessi personali, incapaci di accogliere, di lasciare aperti i porti, capaci invece di arrostire gli uccelli accusati di essere rivoltosi, così come i migranti lasciati morire nelle barche in mare.

Il pessimismo di Aristofane nei confronti dei limiti umani si scioglie nel banchetto finale dove l’uomo si prende gioco persino degli dei, ma fino a che punto..non ci è dato saperlo.

Tonio De Nitto dirige lo spettacolo finale che vede in scena oltre ai ragazzi anche Fabio Tinella nel ruolo di Pistetero e Chiara De Pascalis che li ha accompagnati nel lavoro, coadiuvati dai costumi pop elaborati dai ragazzi con Lilian Indraccolo, e dalle musiche elaborate da Filippo Bubbico che ha cucito addosso ai singoli personaggi delle caratteristiche musicali rielaborando motivi tribali e altre contaminazioni occidentali più contemporanee.

Lo spettacolo è andato in scena l’1 luglio 2018 in una sala gremita di pubblico, tra le risa e i pugni nello stomaco che questi corpi e questi sogni, materializzandosi sulla scena, hanno suscitato tra la gente.

PER APPROFONDIRE:

leggi il diario di Giorgia Salicandro su Immaginari K laboratorio di scritture indecise (www.manifattureknos.org)

Uccelli Migratori - Knos orchestra senza confini

Eco di Uccelli

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