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Shakespeare stessa spiaggia stesso mare

  • Pasquale Bellini, La Gazzetta del Mezzogiorno
  • Feb 21, 2012
  • 2 min read

Giovanile, per non dire giovanilistico, il Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare lo è per assunto e per antonomasia,

stante la centralità di questa vicenda del perdersi nel bosco incantato dei freschi sentimenti d'amore da parte dei quattro giovanissimi che si avventurano e si intricano nella sequenza degli scambi, delle "pene d”amor" perdute e ritrovate, nella notturna mutabilità degli affetti, delle forme (umane, bestiali, divine), nel gioco insomma dell'amore e del caso.


Una compagnia di giovani e giovanissimi, con formazione e addirittura lingue diverse (l'italiano si mescola al serbo-croato e all”inglese) ha dato vita alla commedia scespiriana debitamente ridotta e riscritta (Tonio De Nitto adattatore e regista) per un progetto di cooperazione teatrale fra le Regioni Puglia e Abruzzo e con in più degli apporti balcanici, nella collaborazione della rete pugliese Teatri abitati e della compagnia salentina Terrammare.


Una cosa, a leggerne,complicatissima e terrificante, in effetti poi un discreto risultato a vedersi, con una sua freschezza innegabile. Lo spettacolo è andato in scena a Bari, al Teatro Forma, nella stagione del Teatro pubblico/ Assessorato culture.

Aria e atmosfera anni ”60, vestiti e canzoni quasi «stessa spiaggia stesso mare›› da Rita Pavone a Celentano ai Platters, con lucine a cascata che fanno da schermo e velario fra il mondo diurno della razionalità (con la sua Atene, i suoi Teseo e Ippolita che convolano, padri incazzusi,ecc.) e il mondo notturno del bosco e delle sue creature.

I quattro ragazzotti in doppia coppia si incrociano, si perdono e ritrovano, bisticciano e si sfottono amorosamente, Oberon e Titania sono figure efferate e squinzie, come cartoon finti-veri un po' buffi e tanto per chiarire parlano il loro serbo-croato cattivissimo.


Puck è un”impagabile figurina seminuda con foglia inguinale. La compagnia scalcagnata dei commedianti prova il suo «Piramo e Tisbe» caracollando per la sala,con coinvolgimento degli spettatori (ma il gioco si fa ripetitivo) fino agli scioglimenti finale, in gloria di speranzose nozze. Molto colorito e fresco, con una recitazione a momenti scompensata (fra italiano, serbo-croato, inglese a momenti) e forse un eccessivo uso di sincopate gag gestuali,di frenesie ritmiche e quant”altro può fare sogno di teeen-ager, ma l”ensemble funziona, e poi la facondia di Shakespeare, nei corto-circuiti tra metafore barocche e sintesi adolescenziale che si realizzano, accompagna la visione sognante/ sognata.


Una decina i ragazzi in scena diretti dalla regia di De Nitto: Angela De Gaetano, Chiara De Pascalis, Enrico Di Giambattista, Nikola Krneta, Milivoje Lakic, Ana Mulanovic, Luca Pastore, Andrea Simonetti, Fabio Tinella.

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