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Paloma vista da Serena Bonetti su Il Bernina (Svizzera)

Lo sguardo prezioso di Serena Bonetti nell'articolo su IL GIGIONE ITALIANO per raccontare la magia di Paloma vista a Brusio ( Svizzera )

PALOMA BALLATA CONTROTEMPO

Ma quanto è stato bello, sabato pomeriggio, lo spettacolo Paloma (rassegna Monologanti) in Casa Besta a Brusio!

In scena un suonatore di fisarmonica e una bambola di pezza, che perde però subito la dimensione di pupazzo per trasformarsi in cosa viva: una vecchietta con anima e cuore, dallo sguardo dolce e penetrante. A dar vita al fantoccio, nonché ideatrice dello spettacolo, una giovane donna, voce calda, occhi scuri e profondi, bagnati da un mare del sud.

La bambola è un tutt'uno con lei, condividono metà corpo come due gemelle siamesi. E cantano. E' il canto, per lo più in spagnolo, a veicolare la storia e tutta la sua emozione. Poi la musica: una fisarmonica suonata a momenti come un flauto, perfettamente in sintonia con le emozioni mostrate e raccontate da quello strano corpo chimerico, armoniosamente doppio, giovane e vecchio insieme. A volte dal mantice della fisarmonica passava solo aria, e pareva il respiro della bambola, del ricordo, ma anche il respiro del pubblico che, silenziosissimo, ha davvero respirato con i personaggi sul palco! In scena pochi oggetti: vecchie valigie accatastate una sull'altra, scrigni della memoria, magici contenitori che, uno dopo l'altro, si svelano al pubblico. La storia è quella di un'infanzia, una giovinezza, un amore incontrato e poi perso, gioia e malinconia, un racconto del tempo che passa e tutto divora.

Davanti a me una bimba di tre anni: occhi azzurri, riccioli ribelli e un lecca lecca in bocca. Appena lo spettacolo comincia, si aggrappa alla mamma affondandoci dentro senza il coraggio di guardare. La sua vocina "ho paura", aleggiata in sala, pareva quasi parte del copione. Poi, con lo svolgersi della storia, la magia sul palco l'ha raggiunta: l'abbraccio della mamma si è sciolto, lei ha mollato il lecca lecca e si è girata a guardare.

Quando la seconda valigia ha svelato il suo magico e poetico contenuto, la bimba si è staccata dalla mamma ed è andata a sedersi in una sedia tre posti più in là, tra altri bambini catturati dalla storia.

Ecco, basterebbe questo a spiegare l'incanto di questo spettacolo che ha portato il pubblico in un tempo sospeso, ritmato da un metronomo ma infinito, perché fin che tu una storia continui a raccontarla, questa non muore mai.

I nomi di tanta bellezza? Michela Marrazzi e Rocco Nigro

Grazie di questo regalo!

(Serena Bonetti)

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