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Paloma ballata controtempo: respirare la vita fino all’ultimo


Non sappiamo come certi capolavori possano nascere in epoche di dolore e difficoltà come quella che abbiamo vissuto collettivamente e globalmente. Tuttavia talvolta succede ed è la conferma che il teatro non è solo un luogo di resistenza ma anche un luogo di emozioni resistenti; come abbiamo potuto fare a meno di questo per un anno è un mistero, sta di fatto che ora si può tornare a provare quella sensazione condivisa di vivere un sogno, di abitare l’infinito, di rinascere ogni momento che solo il teatro sa dare, e occorre approfittarne. E così, in mezzo a un pubblico distanziato, ma non per questo meno coinvolto, ho partecipato a quella piccola epifania perfetta che è Paloma (produzione Factory e Teatro Koi), regia di Tonio De Nitto, regista e autore della nuova generazione che ci ha abituati a sorprendenti creazioni teatrali non solo per bambini. Parlare di marionette e di teatro ragazzi non rende l’idea dello spettacolo: qua ci sono tre artisti in scena, un musicista (Rocco Nigro) che suona magistralmente la fisarmonica stando al gioco dei tempi teatrali e talvolta dando lui stesso il ritmo alla storia, ora triste e nostalgico come un fado portoghese, ora allegro e giocoso come un flamenco spagnolo; un’anziana figura femminile, mossa nel corpo ricavato dalla cartapesta dalla terza artista in scena, Michela Marrazzi, la vera protagonista. La marionettista non si limita a dare anima alla figura ma canta, balla, muove sinuosamente la marionetta, si immedesima in lei e con lei gioisce, coglie ogni sfumatura del suo sguardo ma ogni tanto torna manovratore puro, in un paso doble teatrale davvero ardito e persino sbalorditivo. La cosa incredibile è che sembra che la marionetta cambi addirittura espressione: potere dell’arte del marionettista! Se questo è teatro ragazzi allora conviene trasferirsi tutti lì perché raramente nel teatro mainstream si trova una tale perfezione creativa: la storia, ben organizzata scenograficamente e registicamente da Tonio De Nitto, è commuovente e struggente; la comprendiamo passo dopo passo, valigia dopo valigia, mentre il metronomo scandisce il tempo della vita: le valigie contengono i ricordi passati, segnati dalle rughe della marionetta che nonostante l’età, i dolori e i lutti, ha ancora voglia di giocare, ballare e cantare. E noi con lei. Scoprire che la bellezza della vita ha un suono e un passo di danza intrigante è un invito a fare una partitura musicale dei nostri incontri, dei nostri amori, delle nostre perdite, mettendo nel pentagramma ritmi vorticosi e lentezze inevitabili. Lascio al pubblico la scoperta dal vivo di questo magnifico sogno materializzato, invitandolo a farsi trasportare dalle sirene dell’incanto, ricordando che da oggi si può sospirare liberamente a voce alta, senza bisogno di mutare alcun microfono.

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