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Hamelin visto da Mario Bianchi su Eolo-ragazzi.it


Si muove tra fantasia e realtà “Hamelin ” l'ultimo spettacolo di Tonio De Nitto, creato per Factory Compagnia Transadiatrica che lo produce con la Fondazione Sipario Toscana, avendo come dramaturg Riccardo Spagnulo. Lo spettacolo prende il nome da Hamelin, la città dove viene ambientato il famoso intreccio fiabesco che ha come protagonista il Pifferaio Magico, il quale per vendicarsi del Borgomastro, che contravvenendo a una promessa fatta, non lo ha pagato per essere riuscito a liberare la città dai topi, portatori di peste, conduce via con lui i bambini del luogo, per mezzo del suono del suo strumento incantato. La storia del Pifferaio di Hamelin è ancora avvolta nel mistero, tra fiaba e realtà. Hamelin infatti esiste per davvero : è una cittadina del nord della Germania, in cui siamo stati anche noi, e dove veramente leggenda e realtà si son fuse rispetto al misterioso accadimento avvenuto tanti anni fa. Un mistero intorno al quale sono state proposte diverse ipotesi, che però non hanno mai risolto l'enigma della sparizione di 130 bambini, come riportato nella targa affissa sulla cosiddetta casa dell’accalappiatopi, che anche noi abbiamo notato, passando per la città. Un fatto tragico di cronaca, trasmessoci nella tradizione orale, prima, e nella raccolta “Saghe germaniche” dei Fratelli Grimm, poi. Per suffragare ancora di più che tutto ciò sia realmente accaduto, si pensi che ad Hamelin vige ancora il divieto assoluto di suonare musica nella via Senzatamburi, dove anche i cortei in festa quando vi arrivano cessano immediatamente ogni suono. Ma cosa è successo ai bambini di Hamelin veramente? Lo spettacolo prova a raccontare e a ripercorrere l’origine di questo mistero con una sua ipotesi, giocando su diversi piani: quello temporale, diviso tra l’oggi (si ipotizza un vero e proprio programma sul mistero di Hamelin con indagini, reperti, e testimonianze) e quello più squisitamente teatrale che vede Fabio Tinella entrare in scena interpretando lo stesso Pifferaio. Adulti e bambini seguono quello che accade anche attraverso delle cuffie che li accompagna con un punto però di vista diverso.

Fabio Tinella è il pifferaio magico che arriva sulla scena con il suo Carettino teatrale dove utilizzando l’antichissima arte burattinesca, narra di come abbia liberato la città dai topi, portatori di malattie. Ma anche questa volta il Pifferaio, il burattinaio che ha coinvolto il pubblico con la sua arte, non viene pagato, anzi viene preso letteralmente a pesci in faccia (ai bambini tutto ciò viene riverberato in modo ironico e leggero attraverso un ronzio di mosche birichine ). Ma ecco che il teatro, l' arma magica in suo possesso, gli viene in aiuto, fornendo ai bambini in sala degli strumenti musicali, immaginari forse, ma che la grande forza inventiva della Scena renderà visibilissimi e portatori di suoni. E così il Pifferaio e il pubblico dei bambini, coinvolti nel gioco teatrale che si sta consumando, trainando insieme a lui il teatrino dei burattini, spariranno dietro il fondale.Chiara la metafora messa in gioco: la peste, la pandemia ha reso ancora più difficile il mestiere del Teatrante che pure ha contribuito a combatterla, sconfitto, dunque, deve ritirarsi con il suo pubblico privilegiato. Ma De Nitto e Spagnulo, rompendo, nostro malgrado la magia che il Teatro era riuscito a regalarci, vogliono lasciare un messaggio di speranza e così, grandi e piccoli,alla fine, vengono invitati ad un grande ballo liberatorio che li coinvolge, uniti, per un domani migliore. Si consuma così uno spettacolo di rara magia e forza evocatrice che aggiunge una nuova tappa del tutto diversa nel cammino della compagnia leccese in cui Fabio Tinella si misura per la prima volta efficacemente con il Teatro di figura, restituendoci in modo complesso e foriero di diversi significati una storia senza tempo di misterioso spessore , così necessaria in un'età così difficoltosa per grandi e bambini come quella che stiamo vivendo.

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