Lasciamo qui la lingua - Diario di un brutto anatroccolo visto da Mauro Marino
“Lasciamo qui la lingua” ammonisce una maestra sulla soglia del Teatro Comunale di Novoli, i ragazzi in fila per due entrano pian piano, prima in platea e poi sui palchi. Già, è proprio il caso di farsi per intero occhi e orecchi al cospetto di uno spettacolo, e cuore anche, aperto, apertissimo ad accogliere il dono che dal palco muove. I ragazzi (e noi con loro), questa mattina, sono preziosi testimoni della vigilia di un debutto, in scena c’è “Diario di un brutto anatroccolo” spettacolo ispirato ad una delle più significative fiabe di Hans Christian Andersen; una storia di rivelazione centrata sui temi dell’identità e della piena accettazione di se stessi, della propria particolarità, dell’unicità della propria natura. Ad interpretarlo: Ilaria Carlucci, Fabio Tinella, Luca Pastore e per la prima volta sul palcoscenico Francesca De Pasquale. Una nuova produzione della Factory Compagnia TransAdriatica. Uno spettacolo scritto e diretto da Tonio De Nitto nel “registro” del teatro-danza - o del teatro-musica?. Non importa chiederselo, tutte e due i linguaggi sono presenti e fusi in questa straordinaria e delicatissima pantomima musicata da Paolo Coletta; partiture di rumori accompagnano i quadri a far da sospensione e da legante il tema del “Lago dei Cigni” di Pëtr Il’ič Čajkovskij, anche questo trattato e reinterpretato dal compositore napoletano a sottolineare la particolarità delle tensioni che muovono la “brutta anatroccola”, i suoi tanti patimenti, le piccole gioie, le sue conquiste.
Un diario è fatto di momenti, accoglie l’ordinario e la memoria di giorni speciali: si nasce e poi… l’incognita della vita, con tutti gli inciampi…. Come quello – nel quadro che apre lo spettacolo - dei nati con le pinne, le piume e i colori al punto giusto che si scontrano con l’uovo ancora non dischiuso, un uovo duro, testardo, irriducibilmente e orgogliosamente diverso! Poi la scuola, il lavoro, l’amore, il cambiamento e quello che viene per farci diventare ciò che siamo.
Francesca De Pasquale - protagonista e “segreto” di questo prezioso e delicato spettacolo - cerca la danza, la sua danza; la trova anche quando non danza ed è proprio danza anche il piccolo sussurrare che usa per accompagnarsi. La sua natura, la sua generosità, la sua straordinaria bravura, sono già cigno. Ri-nascita per tutti noi, in platea, presi, rapiti da questo semplice congegno scenico affidato alla grazia della musica e al vento. Già, al vento!
Nota a parte merita la bellissima locandina dello spettacolo con le illustrazioni di Valeria Puzzovio.