Cenerentola su Unduetrestella
Cattive cattive cattive. Brutte e sgraziate, la quintessenza della perfidia. Però anche maldestre, sfortunate da fare un po’ pena, con quella mamma che è una maschera grottesca che incombe nelle loro vite come il peggior incubo. Poveres orellastre…
E da dove vengono gli incubi? Dagli armadi, ovvio.
Chi non ha provato da bambino a chiudersi dentro e ad immaginare, immaginare.
Dagli armadi vengono anche i sogni.
Uno s’immagina quello che vuole: lì, nel mondo della fantasia, chi comanda è chi ha la forza di saper immaginare. E Cenerentola ne ha di fantasia, eccome!
Immagina,immagina e alla fine dall’armadio viene fuori un principe. Beh, come lo immaginate? Ecco, avete sbagliato. Non è il ‘vostro’ principe, ma quello di Cenerentola, e lei lo immaginava così, un po’ goffo e cicciotto, dolce e tenero e leggermente orbo.
Principe si, ma non un Adone. L’ispirazione vagamente politically correct rimane sullo sfondo e sta bene lì.
UnaCenerentola surreale, onirica, che danza sulle punte della suggestione, con le sorellastre che invece sono ancorate alla realtà, ticchettando con le loro scarpe da tip tap gracchianti e suoni che rotolano giù dalle gole, offendendole orecchie più delle offese che pronunciano, che sono ridotte a onomatopee.
Bellissimo,lo spettacolo di Factory ed Elektra. Perché tutti, tutti, ridono e sognano. La comunicazione è ridotta all’essenza, al topos, e arriva a ciascuno. Anche ai bambini che ancora non sanno parlare.