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"Romeo e Giulietta" L'amore tra comicità e riflessione

La compagnia Factory, ieri sera, ha portato in scena al Paisiello uno dei testi più amati di Shakespeare, Romeo e Giulietta, il penultimo appuntamento della stagione di prosa del Comune e del Teatro Pubblico Pugliese


Un testo sorprendente, la presenza di attori straordinari Ippolito Chiarello, Lea Barletti, Dario Cadei, Angela De Gaetano, Fabio Tinella, Luca Pastore, Filippo Paolasini, la scenografia lucente, resa tale dalle abbaglianti luminarie, e la storia di Romeo e Giulietta che da Verona viene proiettata al Sud, in un tempo lontano eppure presente. Il capolavoro di William Shakespeare è approdato sul palco del Teatro Paisiello, dove si è trasformato in un altro capolavoro, firmato Tonio De Nitto. La distribuzione dei biglietti della lotteria di Verona, il cui ricavato, un sorriso, sarebbe andato in beneficenza. È iniziato così lo spettacolo, tra la gente.


Prima di sedere ai rispettivi posti, ogni spettatore aveva tra le mani un numero. Il “sorteggio” alla fine ha decretato il 13 quello vincitore. Il premio? Un bacio all’attore preferito. La scelta, alquanto difficile, è ricaduta sulla balia di Giulietta, il personaggio comico per eccellenza che, tra ironia, consigli, confidenze e segreti, ha rapito la platea. “Romeo e Giulietta”, secondo Tonio De Nitto, è chiedersi quanto i genitori amino veramente i figli, quanto possano capirli, quanto invece non imparino a farlo troppo tardi; è un gruppo di famiglia sbiadito e accartocciato dal tempo, una foto che ritrova vigore e carne per poi consumarsi e scolorirsi di nuovo; sono le morti innocenti, i desideri irrealizzati e la capacità di sognare che non può esserci tolta. Romeo e Giulietta, sono due adolescenti di una comitiva che si cancella per sempre nel tempo di un paio di giorni.


Tutto è gioco, tutto è capriccio, il ritmo e il tono scherzosi, la storia spesso comica, fino a prova contraria, fino al sangue versato, fino a un padre che dà della poco di buono alla figlia, fino alla morte dei compagni di gioco, fino al rimpianto più feroce. Lo scontro tra Montecchi e Capuleti, la soppressione dell’infanzia e dell’adolescenza da parte di un padre che obbliga la figlia a sposare un uomo che non ama e poi la vittoria dell’amore su tutto e i sensi di colpa di quel padre. E alla fine i calorosi applausi, gli inchini degli attori e la riflessione.

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