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La bisbetica domata vista da Alfredo Sgarlato su Albengacorsara.it

Nuovo appuntamento per la Kronostagione in un Teatro Ambra affollatissimo con la “La bisbetica domata” di William Shakespeare, messa in scena da Factory Compagnia con l’adattamento di Francesco Niccolini. Sulla scena un borgo di cartapesta (nella finzione Padova, città “dove si va a studiare e diventare uomini”), da una casa esce una donna con movenze da marionetta, come marionette vittime di ingannatori saranno molti dei personaggi della commedia.

La vicenda è ben nota: il ricco Battista ha due figlie, la bisbetica Caterina e la dolce e graziosa Bianca (interpretata, con una trovata geniale, da un uomo en travesti). Battista non darà in sposa Bianca finché non troverà marito Caterina, e ciò scatena le mire dei pretendenti. Inizia il balletto degli inganni e dei travestimenti, che non nascondono le vere nature dei personaggi, tutti meschini approfittatori. Per lo spettatore di oggi il maschilismo dell’epoca Elisabettiana sarebbe (almeno spero…) insopportabile, e così Niccolini, pur rimanendo fedele al testo originale lo vira da commedia in tragedia, passando dalla farsa iniziale al crescendo drammatico del finale.


In questo lo assecondano perfettamente gli ottimi interpreti, su tutti Daria Paoletta, la cui recitazione sempre più dolente contrasta con gli ipercinetici compari, mutando da bisbetica in fin troppo domata schiava del suo padrone. La messa in scena è molto incentrata sulla fisicità degli attori, truccati e in costumi inizio ‘900. Il pubblico è molto partecipe, ride alle battute, assiste muto al crescendo finale, per liberarsi nell’applauso finale.

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