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Diario di un brutto anatroccolo visto da Giancarlo Visitilli su Repubblica Bari - Quando la bellezza


Il volo, inteso come probabilità, desiderio, agognato, anche semplicemente pensato. Con lo splendido Diario di un brutto anatroccolo si è conclusa la stagione di teatro per le Famiglie del Teatro Kismet, nell’ambito della rassegna dei Teatri di Bari, Teatro di Rilevante Interesse Culturale.

Non poteva esserci spettacolo migliore, che quello di Factory Compagnia transadriatica per la regia di Tonio De Nitto. Si tratta di una riscrittura del classico di Andersen, che sembra esser letto attraverso le pagine di un quotidiano. Il brutto anatroccolo di De Nitto ha la carne, le ossa e il sangue dei bambini e delle bambine che frequentano le scuole italiane, del sudore delle madri e dei padri che lavorano nelle logoranti fabbriche, conserva ogni forma di brutture, comprese quelle che solitamente si sottacciono ai bambini. Illusi che loro non le riconoscano, non le capiscano, ma… i bambini ci guardano.

Lo straordinario spettacolo di Factory Compagnia transadriatica ha la capacità di raccontare, attraverso il non detto, tutto ciò che urla l’urgenza di mancanza di voli, in ogni ambito della vita dei bambini, delle bambine e degli adulti loro intorno.

La danza, la poesia delle immagini e la suggestione di un racconto reale lasciano i segni sulla pelle dello spettatore, che si ritrova catapultato in un mondo bambino, ma troppo cresciuto in brutture. E allora la capacità per ognuno consiste nella ricerca della bellezza in quel che resta di tante esperienze, dove tutto si rimesta, annega fin nelle profondità, finché arrivano quelle epifanie, che non sono solo nel mondo delle fiabe, e che rimettono in moto quel senso di rinascita e battito d’ali per poter spiccare il volo, o per lo meno tentarlo.

Bravi gli interpreti (Ilaria Carlucci, Francesca de Pasquale, Luca Pastore, Fabio Tinella), inventori di un linguaggio senza confini, geniali nelle loro capacità di metter in gioco qualsiasi forma di movimento, dal suono alla danza, passando per il mimo. Mai vissuta così tanta bellezza, senza evitare alcun passaggio dalle peggiori brutture umane. Indimenticabile!

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